Giochi che hanno reso famosa la Campania nel mondo

Sapevi che la Campania è una terra ricca di storia e tradizioni, che ha dato un contributo significativo al mondo dell’intrattenimento e dei giochi? Proprio in questa terra la tradizione vuole che i giochi di carte siano parte integrante della cultura popolare. Non solo quindi un semplice passatempo, ma un momento di convivialità immancabile che viene tramandato di generazione in generazione.

Le carte da gioco sono diffuse in tutto il mondo, eppure in alcuni luoghi, esse hanno una valenza più profonda del semplice passatempo.

Diamo uno sguardo a quali sono i principali giochi che hanno reso famosa questa regione e come hanno raggiunto la scena internazionale, con molteplici riferimenti in film opere teatrali e libri.

I giochi di carte più famosi della tradizione campana

Le carte napoletane vantano una storia antica e non solo legata al gioco come forma di intrattenimento, bensì anche a forme di lettura del futuro, predizioni e simbolismo. Addirittura queste carte, nel periodo medievale e rinascimentale, erano usate per la cartomanzia.

La lettura dei semi (denari, coppe, bastoni e spade) era una pratica diffusa sia tra il popolo, che fra la nobiltà.

Gli stessi semi delle carte napoletane poi, riflettono sia le componenti della società medievale, per esempio negli abiti tipici che troviamo sul Fante, sulla Donna e sul Re, ma anche un significato più nascosto per quanto riguarda i 4 semi, significato che vedremo nel prossimo paragrafo.

Le carte e i giochi rappresentano una forma di cultura radicata in Campania e un po’ in tutto il Sud Italia, rappresentando una vera e propria personificazione degli archetipi umani e per questa ragione erano spesso usate in opere teatrali. Non mancano poi nemmeno i riferimenti in alcuni film co-diretti da Vittorio de Sica, come quello nell’episodio chiamato “I giocatori” del film “L’oro di Napoli”. Vediamo ora quali sono i giochi di carte che più rappresentano la tradizione campana.

Tra i giochi più noti troviamo sicuramente lo Scopone, una variante più strategica della Scopa, uno dei giochi più diffusi in Italia anche secondo Betway, piattaforma di slot digitali, citato in questo approfondimento sui giochi più diffusi della nostra Penisola.

Nello Scopone, così come nella Scopa, i giocatori devono formare combinazioni vincenti accumulando carte sul tavolo e ottenendo punti di vantaggio rispetto l’avversario. La Scopa è ideale da essere giocata in 2-4 giocatori. Una curiosità in merito le regole dello Scopone, che pochi conoscono, è che esse furono scritte per la prima volta da un monaco partenopeo, di cui non si hanno notizie certe, ma il suo scritto “De regulis scoponis” non lascia nessun dubbio: questo gioco è stato inventato nella Napoli medievale.

Ancora, la Briscola un gioco che si è diffuso in tutta Italia, ma particolarmente amato in Campania, in cui il seme della Briscola ha un valore superiore agli altri.

Il Tressette poi è un gioco di abilità e memoria, praticato spesso in coppia, che richiede strategia e astuzia.

Infine il Sette e Mezzo, è molto popolare durante le festività natalizie; molto simile al Blackjack (chiamato anche “21”), ma giocato con le carte napoletane tipiche della tradizione.

L’Origine delle carte napoletane: qualche curiosità

Le carte napoletane, come abbiamo già detto, hanno origini antiche e sebbene non hanno una data di nascita precisa, sono il frutto di un lungo processo di evoluzione culturale. Le prime tracce di carte da gioco risalgono al XIV secolo quando probabilmente furono importate dal mondo arabo. Ricordiamo che l’invasione araba del Mediterraneo, ha portato ad una fusione culturale importante, di elementi che oggi ritroviamo molto presenti nella nostra cultura occidentale.

I giochi di carte sono sicuramente fra questi

La loro diffusione in Campania si deve in particolare alla dominazione spagnola; la Spagna a sua volta (un tempo Pensiola Iberica) era stata dominata dagli arabi.

Proprio in quel periodo nacquero i semi delle carte, che come sappiamo, si differenziano da quelli francesi (cuori, picche, fiori e quadri). Ovviamente anche i giochi che ne conseguirono, si differenziarono man mano, da quelli giocati con i semi francesi.

I semi napoletani e quindi spagnoli, avevano un significato intrinseco sociale, riflettendo quella che era appunto la società dell’epoca, ma anche un valore esoterico/spirituale.

Le coppe, simboleggiavano l’acqua e la natura religiosa, quindi la Chiesa; i bastoni l’aria, ma anche la saggezza contadina; i denari, il commercio, l’oro e la materialità, nonché l’elemento Terra, mentre le spade, simboleggiavano, la giustizia, ma anche la violenza e l’elemento fuoco.

Inoltre gli assi sono raffigurati spesso con animali mitologici: i semi degli ori, (o “danari”), sono raffigurati come stelle, mentre il loro asso come un’aquila a due teste o Grifone; ancora il cinque sembra raffigurare il Sole. Non mancano quindi riferimenti più profondi e spirituali, degni di attenzione, che ci mostrano come le carte da gioco non erano solo semplici passatempi.

Vi sono poi delle vere e proprie preferenze per i napoletani per alcune carte specifiche:  le carte più apprezzate sono infatti  il Re o “Matta”,  che nel sette e mezzo può assumere qualsiasi valore ed il cosiddetto “Sette Bello” che nel gioco della Scopa fa un punto a sé.