Pur essendo un borgo di piccole dimensioni, Positano vanta una lunghissima storia e un patrimonio culturale di estremo valore, che si manifesta anche nelle numerose leggende tramandate nel corso dei secoli. Ecco alcune delle più curiose e interessanti.
Miti e leggende nella cultura campana
Collocata nella parte più a nord della Costiera Amalfitana, al confine con la penisola sorrentina e la provincia di Napoli, Positano può vantare un patrimonio storico e culturale di grande valore legato alle tante popolazioni passate da queste parti, ma anche la presenza di tanti interessanti racconti leggendari che tutt’oggi vengono ricordati tanto dagli studiosi quanto dal popolo che vive in queste terre. I campani, d’altronde, sono molto affezionati alle loro tradizioni e alle loro superstizioni che vengono gelosamente custodite, un po’ come accade per giocatori di poker e altre categorie particolari, a mo’ di portafortuna e talismani da utilizzare nella vita quotidiana.
A Positano, in particolare, vi sono alcune leggende che resistono al passare del tempo, cercando di spiegare le origini di alcuni luoghi e l’importanza di oggetti di culto a cui gli abitanti del borgo sono particolarmente affezionati.
La leggenda del Montepertuso
Una delle leggende locali più conosciute e amate è quella che narra del Montepertuso e della sua particolare forma. La forma della montagna che domina il paese di Positano, infatti, avrebbe origine da uno scontro tra il diavolo e la Vergine Maria per il possesso del territorio. Il demonio, secondo la narrazione, avrebbe proposto alla Madonna di sfidarsi a chi fosse riuscito ad arrivare prima sul versante opposto della montagna, mettendo in premio per l’appunto quelle terre. La Vergine, per tutta risposta, ponendo un dito sarebbe riuscita a squarciare la roccia e a raggiungere l’altro lato del monte, provocando la fuga del demonio, i cui segni sono ancora oggi ben visibili sullo stesso Montepertuso.
Al di là dell’affascinante storia che viene raccontata, quella del Montepertuso è oggi, come raccontato in un precedente articolo, una delle più belle passeggiate naturalistiche da fare per chi si trova in zona, un percorso di trekking di circa un’ora che parte dall’omonima frazione per raggiungere il buco presente nel monte Gambera, a circa 510 metri di altezza. Non particolarmente difficile, il sentiero è adatto quasi a tutti e rappresenta una tappa imperdibile per respirare aria pura a pieni polmoni e godere di scenari mozzafiato.
La storia delle isole Li Galli
Li Galli è un piccolo arcipelago costituito da tre isolotti, Gallo Lungo, La Rotonda e La Castelluccia, posti pochi km a sud della penisola sorrentina e facenti parte del Comune di Positano. Leggenda vuole che proprio qui vivessero delle sirene (da cui l’altro nome Le Sireneuse) in grado di ammaliare con il proprio canto i marinai che passavano da queste parti spingendoli al naufragio. Il primo a raccontare questa storia fu Strabone, geografo greco vissuto nel I secolo a.C., che identificò le tre isole come sede delle sirene proprio perché in quest’area molte imbarcazioni finivano per schiantarsi contro gli scogli a causa delle correnti d’acqua, ma la leggenda è rimasta viva e sentita anche nei secoli successivi, tanto da arrivare ai giorni nostri come uno dei racconti più amati in costiera.
Lo stesso nome Li Galli, peraltro, deriva dall’iconografia greca che identificava le sirene come esseri metà donna e metà uccello, a differenza delle sirene nordiche metà donne e metà pesce, dotate di ali e molto simili a delle galline.
Non meno interessanti sono le storie più recenti che riguardano l’arcipelago: il fascino delle tre isole infatti a inizio ‘900 ha attirato l’attenzione del coreografo e ballerino russo Léonide Massine, che le acquisto e vi fece costruire una villa completata successivamente da Le Corbusier. Nel 1989, la proprietà dell’arcipelago passò all’altro famosissimo ballerino Rudolf Nureyev e, dopo la sua morte, alla società Li Galli di Giovanni Russo & C.
Il quadro di Santa Maria dell’Assunta
Una leggenda amata soprattutto dai più credenti è quella del quadro di Santa Maria dell’Assunta, ambientata durante un saccheggio della città avvenuto a nel Medioevo a opera dei saraceni. Secondo questa storia, tra le varie ricchezze del borgo i pirati avevano trafugato anche un quadro raffigurante una Madonna nera risalente al XII secolo, ma quando salparono nuovamente per fuggire con il bottino un’improvvisa tempesta li costrinse a non allontanarsi.
Fu in questo momento che dal quadro si udì una voce, quella della Vergine Maria, che chiedeva di essere lasciata sulla terra ferma e restituita alla città: questo evento, che avrebbe portato anche alla conversione dei marinai, sarebbe all’origine del nome stesso di Positano e lì dove l’immagine fu ritrovata, venne eretta una chiesa in onore della Madonna attorno alla quale si è poi sviluppato il borgo.